…il solito,
City Girl o Country Girl?
Ieri mi sono sentita entrambe, perfettamente divisa a metà.
Bellissima giornata in campagna insieme ad un gruppo di amici speciali che
abbiamo conosciuto ad un corso di Cammino Profondo, un’esperienza unica che presto
merita un post tutto per sé.
Due figlie adolescenti piene di interessi e di entusiasmo, che
la prima volta in cui sono state in un condominio hanno chiesto
alla mamma come fa la gente a vivere così appiccicata una sull’altra. La scelta
di lavorare in città come pendolari per non far crescere le figlie in quel “non
luogo” che è la periferia dove loro stessi erano cresciuti. La decisione sembra
lasciare l’energia per tante cose: fare il pane in casa, lo yogurt, seguire i
propri numerosi interessi culturali e impegni sociali, far parte di un gruppo
d’acquisto, portare avanti uno stile di vita consapevole. La CityCountryCoppia
è un vulcano! Chissà se abitassero in qualche grigio condominio di 9 piani con
vista tangenziali, se sarebbero così vitali….
Insomma, torno a casa affascinata dall’atmosfera, dalla passeggiata nella natura, dal pranzo nella
cucina rustica con un’atmosfera molto conviviale, e penso che quello stile di
vita mi piace.
Arrivati a Torino vedo un
manifesto: il 23 maggio ci sarà un concerto gratuito di Franco Battiato, il
“maestro” mio, del Cowboy e di tante altre persone, nell’ambito del Festival
della Legalità. Lo avevo visto per la
prima volta a Settembre Musica e mi ero domandata quanto avrei dovuto aspettare
per rivederlo, e neanche un anno dopo, eccolo qui: in piazza, per tutti. In 15
minuti di autobus da casa posso arrivare comodamente al suo concerto!!
Scusate se l’entusiasmo esagerato, ma ad un Comune che mi
offre queste opportunità su un piatto d’argento pago volentieri anche l’IMU e
l’aumento sulla tassa rifiuti!!!
Se penso a quanti concerti gratuiti ho potuto assistere in
un anno, mi vengono subito in mente i Subsonica al 25 aprile 2011, gli MTV
Days, Settembre Musica a prezzo politico, il Jazz Festival. E poi Torino
Spiritualità, il Traffic, Paratissima, la Notte Bianca. L’obiettivo non è fare propaganda
all’amministrazione di Torino, ci mancherebbe, ma è riflettere sul vantaggio di avere
un’offerta culturale e di svago vasta e accessibile. Quello che amo della grande città
è che mi fa sentire viva, mi offre stimoli e mi permette di scegliere con
relativa facilità tra cinema, concerti, corsi di yoga, knit cafè, tai chi all’aperto,
e qualunque cosa mi venga in mente. Tante possibilità a portata di mano per
conoscere persone affini e iniziative interessanti.
Non che in campagna tutto questo sia precluso, semplicemente
bisogna essere più motivati e disponibili a qualche sacrificio. Sono cresciuta in un paese a 30 chilometri da
Torino, nelle vicinanze c’erano 2 cinema che ovviamente davano i film più
commerciali per riempire la sala, e raramente avevo voglia durante la settimana
di rincorrere il film che mi interessava in città, farmi un’ora e mezza di auto
tra statale, tangenziale e parcheggio per andare ad uno spettacolo se proprio
non era una cosa imperdibile. Così ci accontentavamo del Cineforum del Martedì
Sera, affollatissimo da tutte le persone affamate di cultura della zona. Senza
contare che se non avevi la macchina eri tagliato fuori; mio padre sosteneva
che non ero in grado di guidare nel traffico di Torino e rifiutava di farmi
provare. Finchè il richiamo della città e il coraggio dell’inesperienza mi hanno
spinta ad azzardare: all’inizio ero la più imbranata, ligia al codice della
strada, aggredita a colpi di clacson, ora mi sono adeguata fin troppo bene alla
guida disinvolta della città.
Ma imparerei volentieri anche a cavalcare Ludwig.
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