Inizia
ad affacciarsi un po’ di caldo “serio”; oggi, mente ero in macchina accaldata,
meditavo un post sul gelato e desideravo fortemente un gelato.
Mi
sono resa conto che pensando al gelato, l’archetipo che ho impresso nel
cervello è un cono fragola, cioccolato e limone che mi compravano da bambina in
un bar dall’arredamento molto datato del mio paesello, il bar Fiore. Quello per
me è è IL gelato, per banale che fosse un cono venduto da un bar qualsiasi di
paese negli anni Settanta, rimarrà inimitabile e vincerà il confronto con
qualsiasi prelibatezza. Mi fa tornare in mente una marea di sensazioni
piacevoli da bambina in età prescolare che riceve in regalo dal nonno 500 lire di carta per comprare
il gelato, fa una passeggiata con la mamma fino al mitico bar Fiore e sceglie invariabilmente il trittico lim-frag-cioc, mentre cammina gioca a non pestare le righe delle mattonelle sul
marciapiede e si sporca la maglietta con il gelato. E tuttora, anche tra una lista di 30 gusti io tendenzialmente
sceglierò un cono limone e fragola, fragola e cioccolata o tutti e tre i gusti
insieme.
Allo
stesso modo la migliore granita del mondo è quella che ho mangiato un agosto all’isola
di Salina, dopo aver fatto con un trekking
un dislivello di 800 metri con 38° a mezzogiorno e un sole cocente. Quando l’ho assaggiata ho visto
il Nirvana…volevo bloccare il tempo in quell’istante, niente avrebbe potuto
rendermi più felice. Credevo fosse l’autentica granita siciliana a fare questo
effetto, l’ho ricercata varie volte dai più famosi granitari siciliani e
torinesi, ma poi ho capito che era l’insieme dei fattori e della fatica di quel
momento ad averla resa così insuperabile.
Non
so se sia ovunque così, ma a Torino
sembra esserci una concorrenza agguerrita tra le gelaterie, tutte di altissimo
livello, e spesso mi capita di parlare con gente che ti rivela con sicurezza
assoluta qual è la migliore.
Non
sono mai stata così dentro alla questione, avendo il mio gelato di riferimento
nel cono del bar Fiore…Posso dire però che il gelato di Grom non mi piace perché
è pesantissimo (dicono che fanno il gelato come una volta, ma io non credo che
una volta mettessero 18 uova per mezzo chilo di gelato…) che il fiordilatte di
Miretti in Corso Matteotti è una delizia da far impallidire qualunque confronto,
che un buon gelato al cioccolato o nocciola di Florio è un ottimo antidepressivo
e che Marchetti fa delle granite strepitose.
Invece
qualche sera fa mi sono innamorata, un incontro casuale con amore a prima vista
che potrebbe competere con quei gelatini della mia infanzia. La gelateria si
chiama Ottimo, e anche se potrebbe sembrare un po’ autoreferenziale e saccente perché
si è data il voto da sola, è davvero ottima!
La
lavagna con i gusti senza latte mi ha subito invogliata, data la mia storica
intolleranza al latte vaccino…e poi quanta creatività nei gusti!
Sono
uscita con un cono gigante composto da: limone e salvia, fragole con gocce di
cioccolato e nientemeno che pompelmo rosa con Bacardi. I gusti senza latte sono
un po’ sorbettosi ma consistenti, e per non dimenticare gli altri sapori invitanti a cui ho dovuto rinunciare nella
scelta, ho voluto fotografare la lavagna con grande orgoglio del gelataio.
Ottimo
ha due negozi, in Corso Stati Uniti e in Via San Francesco d’Assisi.
E voi?
avete dei gusti o dei cibi che vi rimandano immediatamente a qualche momento
della vostra vita? Sarebbe bello fare un inventario, una specie di nostra
Ricerca del Tempo Perduto.
certe meringhe enormi ricoperte di cioccolato....
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