Non amo particolarmente i blog di cucina, a parte quelli un
po’ fuori dal coro: menu vegani, etnici,
macrobiotici, a km zero. Non è per fare il Bastian Contrario, ma mi piace scoprire
qualcosa di diverso. Se volessi imparare a fare il ragù classico o le lasagne chiederei
a mia mamma, che fa la cuoca, o alla mamma del Cowboy, depositaria di una
cucina romagnola DOC.
Negli ultimi anni il mio modo di mangiare è cambiato insieme
a me, ogni anno scopro delle verdure che non conoscevo e imparo a cucinarle.
Quest’anno è stata la stagione delle barbe di frate, lo scorso inverno di
puntarelle, catalogne & c.
Tra i miei must in rete c’è http://www.cucinasenzasenza.com/.
Ho varie intolleranze che vanno e vengono, e questo blog mi è stato d’aiuto per
non rischiare di deprimermi totalmente quando il medico mi aveva eliminato in
un colpo solo glutine-lievito-latticini-solanacee. E’ importante, soprattutto
psicologicamente, sapere di avere delle alternative gustose, che il “senza” non
voglia dire senza gusto, senza convivialità. E seguire la dieta “senza” mi ha
aiutato in brevissimo tempo a eliminare la stanchezza cronica e la pancia
gonfia come un palloncino.
Ora Irene, la mente del blog, approda dalla rete alla realtà
con un corso di cucina vegana, che se fossi a Milano seguirei. Si chiama Verde
crudo, Verde Cotto (http://www.cucinoteca.it/uploads/2012_Verde_Crudo_Verde_Cotto.pdf)
: cucina vegan crudista o cotta, per stuzzicare le papille anche degli onnivori.
La cosa che mi attira dell’approccio è la ricerca di una cucina naturale ma raffinata,
che depura il nostro gusto dai sapori artefatti, troppo ricchi, e lo guida alla
riscoperta dei gusti autentici e originari. Mi affascinano questi cuochi che giocano
con le sottrazioni e senza uova, latte, lievito, panna e glutine ti tirano
fuori una torta squisita!!
Inoltre è una cucina cruelty free e decisamente sostenibile,
per ritornare ai Bilanci di Giustizia (non li ho abbandonati, sto leggendo il
libro!).
Infine un dubbio: c’è un legame tra intolleranze
(alimentari), e insofferenza caratteriale? In questo caso mi metterei l’animo
in pace: la mia scorbuticità avrebbe una radice biologica. La cosa buffa è che
la maschero bene, al lavoro mi considerano dolce come un cioccolatino (senza
zucchero!).
Grazie Berenice!!! Davvero!!! Chissà che non ci riusciamo a vedere a Torino. Un abbraccio, ib
RispondiEliminaGrazie e te per tutte le ricettine gustose che mi hai insegnato!! quando vuoi venire a Torino...sei mia ospite! baci
Eliminaciao berenice!
RispondiEliminaeccomi anche quà!
anche il mio modo di mangiare sta cambiando molto, non sono vegetariana ma il mio obiettivo è quello di diventare sempre più di consapevole di quello che mi metto in pancia!
io ho incontrato irene di persona ad alba! davvero una persona piacevole!
continuerò a legerti con piacere!
Ciao Anna, benvenuta! sono felice se ogni tanto passi di qui, io ho appena letto il tuo post sul bagnet...bello!
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