Il weekend tra il compleanno del Cowboy e quello della
Country Girl è stato l’occasione per un viaggetto che avevamo adocchiato da
tempo, nell’entroterra ligure.
Fortunatamente siamo
due persone piuttosto flessibili e adattabili, altrimenti il tempo bizzarro, a
tratti novembrino, sarebbe riuscito a rovinarci la gita. Abbiamo dovuto rivedere il programma più
volte, e alla fine abbiamo anche scucito un raggio di sole!
Questa gita è la dimostrazione che, uscendo da certi
circuiti spenna turisti (la riviera ligure ne sa qualcosa…) è possibile godersi
2 giorni fuori casa con un budget contenuto, visitare dei borghi poco
conosciuti che sono dei veri gioielli e trovare delle atmosfere molto
piacevoli.
Se poi, come nel nostro caso, si ha una macchina a GPL, si
possono macinare chilometri con un po’ più di disinvoltura.
Le mete principali del viaggio sono Zuccarello e
Castelvecchio di Rocca Barbena, 2 borghi in provincia di Savona, in Val del
Nera, nell’entroterra di Albenga. Da Torino, passando per Garessio (il primo
dei Borghi più belli d’Italia che incontreremo http://www.borghitalia.it/) e poi facendo il Colle San Bernardo, si
scende a Erli e poco dopo a Zuccarello. Sono poco più di 150 chilometri, e mi
fa piacere che il cowboy abbia deciso di fare il valico invece dell’autostrada.
Odio le autostrade e il panorama che percorrono fatto di svincoli e capannoni,
mentre amo viaggiare nelle stradine che attraversano i paesi, osservare. La
valle di Garessio è verdissima, un bosco unico, e scendendo in Liguria si vede
subito la vegetazione diventare mediterranea, con gli ulivi, le ginestre
fiorite ovunque.
Zuccarello, anche lui inserito nel circuito dei Borghi più
Belli d’Italia (se sono tutti come quelli che ho visitato finora, sono una
garanzia di qualità) è un paese del 1300, caratterizzato da un centro storico
compatto composto da un’unica via fiancheggiata da portici bassi, chiuso da 2
porte intatte complete di torri. Completano il panorama pittoresco un ponte
romanico molto suggestivo, i carrugi nelle viuzze che partono dai portici e le
rovine del castello dei Del Carretto su un picco sopra il paese.
Noi con pochi euro abbiamo pranzato all’Usteria du Burgu
nella piazzetta principale, dove i proprietari sono gentili, l’antipasto ligure
di torte salate e farinate è sfizioso e i primi abbondanti e gustosi. Nel programma del viaggio c’era un breve
trekking: il percorso che parte da Zuccarello e che sale in poco più di un’ora
a Castelvecchio di Rocca Barbena (anche lui dei Borghi più belli d’Italia!) con
un sentiero in gran parte selciato e con un dislivello di 300 metri circa. Volendo il trek si può estendere per
raggiungere Erli più su nella valle, in circa 3 ore totali. La pioggia che
rendeva le pietre scivolose, l’umidità stile Kuala Lumpur e la nebbia che
scendeva rapidamente ci hanno impedito di fare più di 500 metri di strada. Next
time…
Cercando di beffare il tempaccio, abbiamo raggiunto
Castelvecchio in auto…ma la coltre di nebbia si faceva sempre più fitta
salendo, e ci ha impedito anche solo di avere un colpo d’occhio del panorama di
Castelvecchio.
Dopo una rapida ricognizione ci siamo diretti verso la costa
(non sulla costa, io detesto la costa ligure costruita all’inverosimile) a
Finalborgo, nel comune di Finale Ligure. Neanche a dirlo, fa parte dei Borghi più belli d’Itala: in questa zona
hanno una densità impressionante, segno che il borgo ligure intatto, con i
carrugi e le case alte, spesso abbarbicato su un cucuzzolo, è un simbolo del nostro
patrimonio architettonico. Io li ho sempre trovati affascinanti, e non mi
stanco di guardarli, e di immaginare come ci si vivrebbe…
Finalborgo è molto suggestivo e teatrale: circondato da mura
con porte ancora intatte e torri rotonde, è un dedalo di viuzze perpendicolari,
che inaspettatamente si aprono in piazze e piazzette con palazzi rinascimentali
ben conservati, con le facciate dipinte, decorati in ardesia. Il duomo di san
Biagio ha il campanile leggermente storto e la facciata incompiuta, in pietra
grezza, che contrasta con l’interno, il barocco più barocco che esista. Mi
hanno colpito i due chiostri della chiesa di Santa Caterina: se non ci
fossero tutti quei turisti sarebbero l’ideale per una camminata meditativa.
Infine, il Teatro Aycardi, inserito dal FAI tra i monumenti italiani da
tutelare, fu la prima sala di spettacoli costruita in Liguria durante il
periodo napoleonico.
Fuori dalle mura, a 10 minuti di passeggiata, su un colle
sopra l’abitato sta il forte San Giovanni. Proseguendo ancora per 30 minuti di
cammino si raggiunge un altro forte, Castel Govone.
Noi non avevamo voglia di entrare in una delle solite
trattorie con menu turistico e abbiamo optato per un localino dall’atmosfera molto
accogliente, che merita una segnalazione per la cura con cui tutto è impostato:
Sbuccia (http://www.sbucciafinalborgo.com/)
sulla via principale, dove abbiamo pasteggiato a friselle, bruschette e due
buonissimi centrifugati di pompelmo-mela-finoccio e kiwi-sedano-mela e pera.
Infine, tappa shopping nella bottega di Elementerre (www.elementerre.it), un’artigiana molto
creativa che utilizza la tecnica del macramè per creare gioielli che inglobano
perle, conchiglie e ingranaggi di
orologi. Per me un paio di orecchini pendenti con delle pietre.
Per dormire siamo tornati nell’entroterra di Zuccarello, tra
le nebbie: a Nasino, nel bed and breakfast Il Portichetto (http://www.bebilportichetto.it/nasino.htm),
dove con 55 euro in due abbiamo dormito in una casa abbarbicata in mezzo a un
dedalo di viuzze e fatto una splendida colazione con sfoglia di mela e
marmellate casalinghe. La signora Graziella, la proprietaria, gestisce anche un
laboratorio-negozio dove prepara e vende conserve, marmellate e prodotti tipici. Io ho fatto la scorta di
pomodori secchi sott’olio, pesto e buonissime marmellate poco zuccherose e con la frutta a pezzetti,
mandarini e arance con polpa e bucce. Da ammirare lo spirito imprenditoriale e
l’inventiva di chi scommette sui paesini spopolati dell’entroterra, fuori dai
circuiti turistici. Per noi è il turismo che va scelto e sostenuto!
Grazie al Cowboy per le foto!
bravissimi! un abbraccio. ib
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