martedì 4 settembre 2012

C'è un gatto che ci aspetta


Siamo tornati, già da qualche giorno.

Archiviato nel file dei bei ricordi il viaggio in Alsazia e Svizzera, di cui avrò occasione di scrivere, siamo stati catapultati in questo anticipo di autunno.
La cosa che non dimenticherò del ritorno a casa è la notte insonne a causa dell'incontenibile gioia di Camillo, il gatto, dopo essere tornato a casa.

Camillo era stato lasciato in buone mani, da una gattara cat-sitter di cui mi fido ciecamente.
Pare però che abbia trascorso 10 giorni nascosto dietro a un televisore, dove l'abbiamo stanato a fatica, uscendo solo per mangiare il minimo vitale e per qualche carezza veloce. L'ho riportato a casa dimagrito e che perdeva manate di pelo, sentendomi non poco in colpa. E' sempre stato un gatto ipersensibile, ma gli scorsi anni si era adattato meglio. Lo lascerei a casa accudito da una cat sitter, ma lui odia stare da solo e lo manifesta facendo cacca e pipì in giro....
Appena è entrato in casa, ancora intontito dal sedativo che avevo dovuto dargli per il viaggio in auto, ha riconosciuto i suoi luoghi e ha iniziato a fare le fusa senza sosta, a leccare le mani, a salirci addosso.
Per tutta la notte ha continuato a salire sul letto e a piazzarsi vicino vicino a noi, camminandoci addosso con grande profusione di fusa rumorosissime, testatine e leccatine. Ad un mio maldestro tentativo di chiuderlo in cucina per dormire un po' ha reagito con dei lamenti così strazianti che mi sono subito affrettata a liberarlo, rassegnandomi di buon grado ad averlo fino al mattino in faccia, in testa, sulle gambe. Il Cowboy e io siamo stati spiazzati, ci sembrava di avere un cuccioletto indifeso traumatizzato per l'abbandono. Nei giorni seguenti la situazione è tornata man mano alla normalità, ma Camillo non dimentica di mostrarci il suo affetto in mille modi e di apprezzare il ritorno alla routine; la notte spesso mi sveglio con un colbacco vivente di pelliccia posato sulla testa...per non parlare dei miei abiti usati che appena può ruba per i suoi rituali del "fare la pasta".


Al di là della tenerezza e dell'istinto di protezione che mi suscita il caro vecchio Camillone, e oltre alla responsabilità morale del suo benessere che sento, ho pensato con rabbia alla superficialità di quelle persone che abbandonano gli animali "perchè tanto se la cavano con l'istinto", di quelli che dicono che "il gatto è opportunista, si affeziona alla casa e non alle persone", etc, etc.
Chi vive con degli animali sa quanto è ricca la loro sensibilità e quanti modi trovino per manifestarcela. Un po' di rispetto è la cosa cosa che, come tutti gli esseri viventi, meritano sempre.

E a chi abbandona gli animali, che gli potesse salire in testa un gatto inferocito con gli artigli affilati!!








4 commenti:

  1. Comunque, dal momento che Camillo ha l'abitudine di diventare un colbacco vivente sulla testa delle persone, il fatto che abbia perso qualche etto in vacanza non è poi così malaccio :)

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  2. esatto. anche Mamao stessa reazione, lui è più indipendente per cui esce e si distrae....ma al ritorno stesse scene, attaccato come una cozza.....
    bellissimi i mice :))

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    1. Ciao Barbara! sì, hai ragione, anche se vederlo stare male mi fa sentire così male... Che simpatico il nome Mamao!

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