mercoledì 19 settembre 2012

Eco-bucato


 In uno dei mercatini delle erbe che non manco mai di frequentare, qualche mese fa ho trovato la soluzione eco-logica ed eco-nomica al detersivo per lavatrice. Il classico "uovo di Colombo", l'idea più tradizionale e ovvia, ma di questi tempi quasi innovativa.


Scaglie di sapone di marsiglia aromatizzate agli oli essenziali di lavanda, arancio, limone o rosa.
Se ne sciolgono 70 grammi in 2 litri di acqua calda, si passa il minipimer e in pochi minuti la soluzione si trasforma in una crema densa e profumata. La prova bucato (100 ml circa per un pieno carico) è molto positiva: lascia i panni puliti e gradevolmente profumati. E anche la coscienza è un po' più pulita rispetto alla sostenibilità delle nostre scelte domestiche.
Considerando che 500 grammi di scaglie costano 5 euro, con questa cifra si ottengono 14 litri di detersivo, per 140 lavatrici...
L'azienda produttrice del mio detersivo è http://www.viellebenessere.com/ ma credo che in commercio si trovino prodotti analoghi.



lunedì 17 settembre 2012

Il nostro gruppo di acquisto diventa reale

Comunicazione di servizio!

Avevo parlato in luglio del progetto del nuovo gruppo di acquisto solidale a cui intendiamo aderire:
 http://countrycitytales.blogspot.it/2012/07/operazione-gas.html

Per tutti gli amici torinesi interessati, giovedì prossimo 20 settembre ci sarà l'incontro di presentazione, dove si potranno incontrare i produttori e assaggiare i loro prodotti.

Qui trovate tutti i dettagli dell'incontro, che si svolge in occasione della festa del primo compleanno dell'Associazione Propolis:


http://www.fattoriapropolis.it/wp/compleanno_propolis_torino_piemonte/

Io sono molto entusiasta dell'iniziativa!


lunedì 10 settembre 2012

Le marmellate della City Country Girl: pomodori verdi

Sabato scorso al mercato ho saccheggiato tutti i pomodori verdi dai banchi dei contadini finchè uno con aria sapiente mi ha detto: "Io ho capito cosa deve fare lei, non c'è bisogno che me lo dica".


Volevo cimentarmi nella marmellata di pomodori verdi, una creatura quasi mitologica di cui avevo sempre letto nei ricettari ma che non avevo mai assaggiato.

Il risultato è stato ottimo: la marmellata ha un gusto dolce, quasi di fragola, con un retrogusto leggermente agro.  Si adatta benissimo sia per la prima colazione, spalmata sulle fette biscottate, che in accompagnamento ai formaggi caprini oppure come protagonista della crostata di confettura di pomodori verdi, un'altra creatura mitologica dei ricettari che però non ho ancora provato.
E' anche una marmellata sostenibile a chilometri zero: si utilizzano infatti i pomodori che a fine stagione non sono riusciti ad arrivare a maturazione sulla pianta; le bancarelle dei contadini ne sono piene, alcuni mi hanno anche detto che, se li avviso, il giorno successivo me ne porteranno a chili che non riescono a vendere.



Ingredienti:
1,5 kg di pomodori verdi, tipo cuori di bue
500 gr di zucchero di canna
il succo di 3 limoni
la scorza gialla di un limone non trattato
qualche goccia di aceto balsamico (oppure scorzette di zenzero candito)

Preparazione
Tagliare i pomodori a pezzetti, eliminando i semi, e metterli a macerare per 24 ore in un contenitore con lo zucchero e il succo filtrato dei limoni.
Aggiungere la scorza grattuggiata dei limoni e mettere a cuocere a fuoco lento per circa mezzora, girando continuamente con un cucchiaio di legno. Spegnere il fuoco e passare il minipimer nel composto per qualche secondo (io non ho eliminato del tutto i pezzetti di pomodoro perchè mi piace la consistenza "casalinga" della marmellata).  Aggiungere l'aceto balsamico o le scorzette candite di zenzero (ho provato entrambe le varianti e non saprei quale scegliere...) e continuare la cottura a fuoco lento fino a quando si raggiunge la giusta consistenza. Attenzione a non farla solidificare troppo!! Nel mio primo tentativo la marmellata raffreddandosi ha assunto una consistenza caramellata, gelatinosa. Ottima ma poco pratica da spalmare!
Nel frattempo lavare i vasetti, sterilizzarli in forno per 10 minuti a 200°, invasettare la marmellata ancora bollente, chiudere i i contenitori, capovolgerli e farli raffreddare coperti da un canovaccio.
Buon appetito!!





martedì 4 settembre 2012

C'è un gatto che ci aspetta


Siamo tornati, già da qualche giorno.

Archiviato nel file dei bei ricordi il viaggio in Alsazia e Svizzera, di cui avrò occasione di scrivere, siamo stati catapultati in questo anticipo di autunno.
La cosa che non dimenticherò del ritorno a casa è la notte insonne a causa dell'incontenibile gioia di Camillo, il gatto, dopo essere tornato a casa.

Camillo era stato lasciato in buone mani, da una gattara cat-sitter di cui mi fido ciecamente.
Pare però che abbia trascorso 10 giorni nascosto dietro a un televisore, dove l'abbiamo stanato a fatica, uscendo solo per mangiare il minimo vitale e per qualche carezza veloce. L'ho riportato a casa dimagrito e che perdeva manate di pelo, sentendomi non poco in colpa. E' sempre stato un gatto ipersensibile, ma gli scorsi anni si era adattato meglio. Lo lascerei a casa accudito da una cat sitter, ma lui odia stare da solo e lo manifesta facendo cacca e pipì in giro....
Appena è entrato in casa, ancora intontito dal sedativo che avevo dovuto dargli per il viaggio in auto, ha riconosciuto i suoi luoghi e ha iniziato a fare le fusa senza sosta, a leccare le mani, a salirci addosso.
Per tutta la notte ha continuato a salire sul letto e a piazzarsi vicino vicino a noi, camminandoci addosso con grande profusione di fusa rumorosissime, testatine e leccatine. Ad un mio maldestro tentativo di chiuderlo in cucina per dormire un po' ha reagito con dei lamenti così strazianti che mi sono subito affrettata a liberarlo, rassegnandomi di buon grado ad averlo fino al mattino in faccia, in testa, sulle gambe. Il Cowboy e io siamo stati spiazzati, ci sembrava di avere un cuccioletto indifeso traumatizzato per l'abbandono. Nei giorni seguenti la situazione è tornata man mano alla normalità, ma Camillo non dimentica di mostrarci il suo affetto in mille modi e di apprezzare il ritorno alla routine; la notte spesso mi sveglio con un colbacco vivente di pelliccia posato sulla testa...per non parlare dei miei abiti usati che appena può ruba per i suoi rituali del "fare la pasta".


Al di là della tenerezza e dell'istinto di protezione che mi suscita il caro vecchio Camillone, e oltre alla responsabilità morale del suo benessere che sento, ho pensato con rabbia alla superficialità di quelle persone che abbandonano gli animali "perchè tanto se la cavano con l'istinto", di quelli che dicono che "il gatto è opportunista, si affeziona alla casa e non alle persone", etc, etc.
Chi vive con degli animali sa quanto è ricca la loro sensibilità e quanti modi trovino per manifestarcela. Un po' di rispetto è la cosa cosa che, come tutti gli esseri viventi, meritano sempre.

E a chi abbandona gli animali, che gli potesse salire in testa un gatto inferocito con gli artigli affilati!!