lunedì 16 luglio 2012

Chi è l'alieno?





Non so se capita anche a voi di trovarvi in varie situazioni quotidiane e sentirvi anni luce distanti da ciò che sta accadendo e da come la gente reagisce. Io è una vita che mi chiedo chi è l'alieno tra me e loro, e sto giungendo alla conclusione di essere arrivata per sbaglio da qualche galassia.

A volte sento la necessità impellente di mettermi in contatto con i miei simili e sentirmi meno avulsa dal contesto, poi mi guardo intorno e capisco che ci sono tante altre facce aliene che si muovono rassegnate e con cui ci si capisce con uno sguardo. Voi che leggete questo blog sicuramente siete dei nostri!

Nell'ultima settimana ho vissuto almeno 4 situazioni del genere, così ravvicinate che non ho potuto evitare di rifletterci su:

- riunione con direttore marketing di un'azienda per cui facciamo consulenze. Parla nel suo slang anglo-marketing e si capisce che la sua missione nella vita è solo vendere i suoi prodotti, il suo cervello è totalmente programmato su questo obiettivo e va avanti come un buldozer per raggiungerlo; in confronto quelli di Scientology sono dei dilettanti. Lo ascolto stranita mentre dice che si aspetta grandi risultati da noi e ci racconta le pressioni e i sotterfugi che mette in atto per ottenere ciò che vuole a prezzo stracciato dai fornitori; ormai ho imparato a tenere un'espressione neutra che non tradisca ciò che penso. Quasi ammiro la sua devozione alla causa, potrebbe buttarsi nel fuoco per ottenere un incremento di vendite a due cifre. Io non potrò mai avere una simile dedizione a nulla di lavorativo, c'è sempre qualche obiezione, valore etico o interesse alternativo che fa capolino nella mia testa. Al termine della riunione la collega che è con me dice che è un gran figo perchè è "uno squaletto".

- pranzo con il capo di ritorno dalla riunione con lo squalo. Ci fermiamo in un centro commerciale e il capo ci chiede se Mc. Donalds ci va bene. Alle nostre rimostranze opta per un self service affollato. Io e la collega (questa volta siamo in due fuori posto) ci aggiriamo sconsolate tra pietanze untuose, carni del Giusassico, paste ipercondite di besciamella, patate fritte e polpette (ma come si fa a mangiare le polpette in un posto così. La mamma mi ha insegnato che le polpette si mangiano solo quando si è sicuri del contenuto!!!!). Alla fine il mio pranzo consiste in una mozzarella, un po' di rucola e due pomodori plasticosi senza sapore; la collega azzarda elle verdure oleose che poi avanza. Il capo si fa primo-secondo-contorno-dolce senza battere ciglio.

- cena annuale dell'ufficio. Aihmè quest'anno mi tocca, non posso mancare ancora al rito collettivo, rischio l'esclusione sociale a vita. Per l'occasione viene scelto un ristorante argentino dove si mangia solo carne, anzi, a dire il vero ci si abbuffa di grigliate di carne. A parte il non rispetto dei vegetariani o simili, ci sono 35° e alcuni hanno azzardato la richiesta di un menu più estivo, ma al capo piace la carne e non si può. Mentre i maschi riescono a tirare fuori il loro lato primordiale e ad attaccare le piastre fumanti piene di pezzi al sangue di ogni animale commestibile, sono circondata da ragazze con i piatti semivuoti. Il mio bottino ammonta ad una fettina di provola affumicata, una patata bollita e il dolce. Al termine della cena fuggi fuggi generale di chi ha una ragione plausibile per lasciare il gruppo, mentre un manipolo guidato da una ragazza motivata a fare bisboccia si avvia a fare nottata con sosta finale al chiosto del porchettaro per fare colazione con panino porchetta e cipolla. Non vengo neanche interpellata per unirmi al gruppo. Ai loro occhi devo essere davvero un'aliena noiosa, snob e salutista, ma questa nuova consapevolezza mi fa tornare a casa più leggera.
- domenica in montagna. Insieme al Cowboy arriviamo ad un pianoro bello e soleggiato. La giornata è stupenda ed è pieno di gente. Ci mancherebbe, ognuno ha diritto ad una giornata nella natura spendendo poco: il vero problema è il bar ristorante che trasmette a tutto volume musica unz-unz-unz, e non dà tregua. Troviamo un posticino dove sdraiarci ma la compilation più tamarra della storia non ci dà tregua. Al Cowboy quasi viene una crisi d'asma per il nervoso e andiamo via augurando al gestore un corto circuito nell'impianto audio e una visita di un emissario del Padrino che lo convinca a smettere. Purtroppo la montagna non è di tutti ma dei prepotenti e degli ignoranti, per i quali offrire svago alla gente significa ammorbarla con quel frastuono. Per fortuna troviamo un posto isolato dove terminare in pace il nostro pomeriggio.

Fortunatamente da tutte queste situazioni si può uscire facilmente con la propria libera scelta, ma a volte pesa sentire che non c'è una minima sintonia di base in molte situazioni che ci troviamo a vivere.




1 commento:

  1. a volte pesa.
    a volte pare che ne capitino una in fila all'altra.
    a volte capita anche di guardare la cosa da un'altro punto di vista e pensare che sì, gli alieni siamo un po' tutti, a secondo di chi e come e da dove viene volto lo sguardo :)

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