Non mi faccio però mancare mai le mie medicine quotidiane: lettura e di lavoro a maglia, almeno un po' ogni sera, accoccolata sul divano insieme a gatto Camillo.
Scialletto 22,5 degrees, modello by Martina Behm su www.ravelry.com |
Sono particolarmente fiera dei miei primi risultati come knitter! Questa volta sto facendo sul serio: seguo gli schemi, disfo se sbaglio e non sono indulgente con gli errori che poi compromettono il risultato finale, ricomincio con più attenzione, guardo i tutorial su YouTube per imparare delle tecniche nuove, non mi faccio più spaventare dagli schemi più complicati di una sciarpa, frequento i knit cafè e passo del tempo con tante sferruzzatrici simpatiche. E compro tante, troppe lane!
Scialle Novella by Emma Fassio su Ravelry.com |
Spero che possiate sorridere della mia vanità guardando le foto dei progetti che ho realizzato in questi due mesi: è la vanità del principiante che vede i primi risultati incoraggianti, la soddisfazione di una ragazza che in famiglia hanno sempre chiamato "maldestra"e che finalmente può indossare uno scialletto fatto da lei e che riscuote i complimenti delle amiche.
Sul significato terapeutico del lavoro a maglia non starò a dilungarmi perchè ne hanno già scritto tante persone più preparate di me e più addentro nella tecnica.
The Triangle Cowl |
Cito queste sensazioni perchè fanno parte del mio carattere, ma ho sentito di tante persone che riescono a tenere a bada l'ansia, la tristezza, i pensieri che corrono. E' come se ognuno riuscisse a domare con un filo di lana la parte meno domestica e meno pacificata della propria mente.
Recentemente ho letto il post di Vannalisa, nel suo blog dedicato alla creatività, che fa una bellissima riflessione sulle similitudini tra la maglia e la vita:
http://handmadecoulture.wordpress.com/2012/10/29/la-vita-e-la-maglia-intrecciando-fili-e-memoria/
Ecco il brano che mi sembra descrivere alla perfezione il significato del lavoro ai ferri:
"A volte, capita di perdere un punto e non accorgersene. Capita anche nella vita: sbagli, non lo capisci e prosegui dritta per la tua strada. Ma dopo qualcuno (o qualcosa) te lo mette sotto gli occhi, quell’errore lì, e tu pensi: e ora? E ora puoi provare a rimediare, disfacendo e ricominciando, oppure lasciarlo lì dov’è (sperando che non dia troppo nell’occhio) e continuare con il buon proposito di starci più attenta, d’ora in poi". (...) Il filo scorre, come la tua vita. E incroci i ferri così come incroci le dita. A volte tutto scivola senza intoppi, altre devi fermarti a sbrogliare qualche piccolo (o grande) groviglio ma si procede sempre, una maglia dopo l’altra, un passo dopo l’altro. A lavoro finito, osservi e scopri bellezza e imperfezioni. E arriva la consapevolezza: quel che vedi è opera tua, si tratti di maglia o della tua vita".