domenica 19 agosto 2012

Si parte!


Finalmente è arrivata anche per noi l'ora delle vacanze.
Agosto in città non è stato male, a parte il caldo soffocante degli ultimi giorni. Devo dire che entrare nella dimensione vacanziera quando la maggior parte delle persone è sulla via del ritorno mi dà sempre un certo senso di sollievo, di leggerezza. Per due settimane ancora la parola "lavoro" per me non esiste!

La fattoria in cui dormiremo domani sera
Andiamo in Alsazia e Lorena, con un paio di tappe in Svizzera. Non è stato prenotato nulla a parte il pernottamento della prima sera, in una fattoria svizzera; per il resto ci affidiamo ad un po' di improvvisazione unita al nostro fiuto per i posti carini, che speriamo non ci abbandoni proprio stavolta. Soggiorneremo nelle chambre d'hotes, equivalente francese dei b&b, che lo scorso anno in Normandia ci hanno stupito per quanto sono curati e accoglienti.

Anche gatto Camillo è andato in vacanza; oggi lo abbiamo portato in collina in una casa piena di gatti gestita da una simpatica gattara che lo tratterà benissimo. Il mio istinto da mamma gatta mi fa soffrire già di nostalgia, la casa senza il mio amato micione ha un'aria vuota, e mentre scrivo mi sembra di sentirlo sgranocchiare le sue crocchette qui in cucina.

A presto!



venerdì 17 agosto 2012

Luoghi speciali

Se vi è capitato di fare pratiche di rilassamento, yoga o meditazione, probabilmente vi hanno detto di immaginare un luogo rilassante che vi trasmetta una sensazione di pace, e di pensare di essere lì.

Io l'ho sempre visualizzato ma finalmente l'ho trovato nella vita reale: un angolo di prato con due querce in una conca piena di verde, dove il giorno di Ferragosto con il Cowboy ci siamo fermati a fare un picnic. Stavamo così bene che siamo rimasti per qualche ora a leggere, rilassarci e chiacchierare, beneficiando dell'energia positiva che questo luogo così semplice emana.  E' diventato il mio angolino interiore di pace, con l'intenzione di tornarci spesso con il pensiero e presto anche fisicamente, per vedere come cambia con le stagioni.


Non vi dico dov'è perchè ne solo un po' gelosa ;-) e poi è possibile che non ci troviate nulla di speciale. Voi avete un vostro luogo del cuore?

lunedì 13 agosto 2012

Il Rifugio degli Asinelli e una giornata sulla Serra di Ivrea


La passione per gli animali è stata la prima  che ho manifestato fin da bambina, appena ho cominciato a esprimere le mie preferenze; per fortuna il Cowboy la condivide.
 Ieri siamo stati al Rifugio degli Asinelli a Sala Biellese, (http://www.ilrifugiodegliasinelli.org) una Onlus internazionale che dà ospitalità ad asinelli maltrattati o che rischierebbero di finire al macello perché malati o anziani, e promuove educazione, didattica con gli asinelli e l’onoterapia.
Un amico ha commentato che devono piacerci davvero tanto gli animali, per decidere di partire apposta da Torino per andare fino là (a vedere 4 asini, non lo ha detto ma lo ha pensato…). Sì, noi siamo così, partiamo apposta per andare a vedere un progetto carino dedicato agli asinelli!

La gita è stata anche l’occasione per passare una bella giornata estiva sulla Serra, la collina morenica che si trova tra Ivrea e Biella, fare un picnic nei prati, unire un pomeriggio alla scoperta di un borgo medievale, Magnano, e terminare la giornata con una “marenda sinoira”, usanza mangereccia tipica piemontese.

Appena arrivati al Rifugio degli Asinelli il colpo d’occhio è fantastico: grandi recinti pieni di asini grandi e piccoli, pezzati o tinta unita, bianchi, grigi, marroni, impegnati a pascolare, ragliare o a riposare.

La struttura oggi ne ospita 114, molti sono stati salvati da situazioni di grande incuria o maltrattamento sia in Italia che in Francia e Romania. Provo sempre grande tenerezza ed empatia per gli animali, quando guardo i loro occhi buoni sento la loro sensibilità, la loro paura e vorrei che tutti fossero, in quanto essere viventi, trattati con rispetto e dignità.
Billy, asinello fotogenico
Il Rifugio degli Asinelli lo fa, promuove cura e dignità per questi animali da lavoro così umili, pazienti, dimessi e intelligenti. Ad esempio ci hanno spiegato che sono capaci di costruire legami fortissimi sia con gli umani che tra loro, e se due asini vissuti insieme vengono separati, possono arrivare a lasciarsi morire e a rifiutare il cibo. E’ per questo che il rifugio ha aperto le porte anche a un cavallo, amico del cuore di un’asinella.
Nelle foto potete vedere Billy, asinello fotogenico, e Camillo, omonimo del mio gatto che è stato selezionato per fare l’onoterapia con bambini e disabili.


Souvenir fatto a mano
Se avete dei bambini, un pomeriggio al Rifugio è la gita ideale per farli felici. Il personale è molto disponibile a spiegare e a guidarvi, gli animali lustrati a lucido e il paesaggio intorno è molto gradevole, verde e rilassante.  Se siete adulti un po’ fanciullini come noi, con la scusa di fare una gita sulla Serra di Ivrea potete fermarvi a conoscere gli asinelli, fare loro qualche grattino sulla testa come piace tanto a loro, e poi proseguire alla scoperta della collina morenica, un’area verde che alterna boschi e prati, un altopiano pieno di sentieri ben segnalati. 

Il ricetto di Magnano
Noi abbiamo optato per un pomeriggio più "culturale" e siamo andati a Magnano, un paese a pochi chilometri di distanza, sempre sulla Serra, famoso per il ricetto medievale molto ben conservato.

Ieri pomeriggio si teneva una festa medievale molto suggestiva, (non di quelle un po’ farlocche che si vedono a volte in giro), con tanto di giullari, cantori celtici, falconieri, tornei con armi d’epoca. 
La cornice giusta per questo borgo fortificato che si trova su un’altura in cima al paese. 

Proseguendo oltre Magnano si raggiunge una prateria ampia e pianeggiante dove si trova la comunità monastica di Bose di Enzo Bianchi (devo dire che ha scelto un luogo che come pochi altri invita alla pace e alla meditazione) ,e poco oltre, in una radura alberata, la chiesa romanica di San Secondo, purtroppo chiusa. Una delle uniche occasioni per vederla aperta è la rassegna di musica antica che si tiene ogni estate di sera, per gli estimatori di clavicembalo, clavicordo, ecc. (http://www.musicaanticamagnano.com).

La chiesa di San Secondo a Magnano

La giornata è finita con un’ottima marenda sinoira ad Andrate, il paese sul punto più altro della Serra, da cui si gode un panorama su mezzo Piemonte. "La Cucina di Luisa" è una bella trattoria casalinga dove si può provare, dalle 17 alle 19, la marenda sinoira, usanza piemontese di una merenda abbondante che è quasi cena, con taglieri, formaggi e antipasti tipici della tradizione contadina. www.lacucinadiluisa.it.
Questa è l'insegna, a mio parere molto carina: 

venerdì 10 agosto 2012

City Country Jams

Da qualche settimana mi sto dedicando a una nuova passione in cucina, fare le marmellate.
Una Country Girl che si rispetti deve essere in grado di rifornire la sua dispensa di conserve e marmellate genuine per l'inverno!
Per la mia "riserva speciale" ho scelto frutta bio del contadino, zucchero di canna e  il procedimento tradizionale con cottura lenta sul fuoco rimestando con il cucchiaio di legno. Al bando ogni aggiunta di pectina, Fruttapec etc. Se deve essere autoproduzione, che sia il più naturale possibile!
Ho iniziato con quelle prugne piccole e ovali che in Piemonte si chiamano ramasin, e ho sperimentato varie combinazioni di frutta/zucchero e la variante speziata con zenzero o con cardamomo. Il mio programma per i prossimi mesi è molto ambizioso, grazie alle ricette che ho trovato nell'utilissimo "Il quaderno delle confetture straordinarie", Kellermann Editore.

Quello che mi piace è proprio il procedimento lento e preciso delle cose fatte in casa, lo trovo rilassante, rasserenante: scegliere la frutta al mercato dal contadino, lavare e snocciolare le prugne  una ad una, farle cuocere a fuoco lento girando in continuazione finchè assume il colore e la consistenza giusta, invasettare la marmellata, attaccare l'etichetta, ripulire la cucina. Un rituale che richiede attenzione e svuota la mente, una "marmellata meditata, zen".

Ecco la ricetta base:
1 kg di ramasin
300 grammi di zucchero di canna
1 mela
2 limoni

Lavare e snocciolare le prugne e lasciarle qualche ora (anche tutta la notte) a macerare con il succo di 2 limoni e lo zucchero di canna, girando di tanto in tanto. Mettere il composto a cuorere a fuoco lento, aggiungendo una mela tagliata a fettine. Girare con un cucchiaio di legno fino a che la frutta si disferà, e proseguire per almeno 45 minuti, fino a quando la marmellata assume la giusta consistenza gelatinosa. Nel frattempo lavare accuratamente i vasetti di vetro e sterilizzarli in forno a 200° per circa 10 minuti. Spegnere il fuoco e riempire immediatamente i vasetti ancora bollenti con la marmellata. Riempirli fino a 1 cm dal bordo, tapparli e capovolgerli immediatamente, avvolgendoli negli strofinacci da cucina e lasciandoli riposare fino a quando si raffreddano.