giovedì 13 dicembre 2012
Handmade o industriale?
Questa immagine che ho trovato su Facebook e condiviso mi ha fatto nascere una piccola riflessione.
Ho sempre amato le cose fatte a mano, l'artigianalità, ma non ho mai pensato che potesse essere uno strumento di consumo più consapevole e di ribellione al sistema.
Invece è uno strumento individuale che abbiamo per opporci alla globalizzazione con i nostri comportamenti di acquisto. Come possiamo scegliere di comprare dal produttore a chilometri zero, così possiamo preferire oggetti realizzati manualmente o artigianalmente.
Invece di foraggiare multinazionali che magari producono all'estero pagando 4 soldi i lavoratori, possiamo sostenere persone che hanno scelto di mettersi in gioco vivendo del frutto della propria creatività e della manualità. E poi l'originalità delle nostre scelte è sempre più limitata: centri cittadini e centri commerciali (che evito come la peste) sono ormai popolati da catene di negozi che offrono ad ogni latitudine gli stessi prodotti. Quindi scegliere un oggetto artigianale significa anche difendere la "bio-diversità" della fantasia individuale e opporsi ai modelli culturali ed estetici che ci vengono imposti.
Questo Natale, a parte ridurre i regali di circostanza e i pensierini acchiappapolvere, ho deciso che regalerò il più possibile o cose fatte da me (che si riducono a marmellate e accessori lavorati a maglia) o da artigiani.
Il mio guardaroba si è appena arricchito di due pantaloni su misura realizzati con delle bellissime stoffe in lana fine serie ricevute in omaggio da una tessitura per cui lavoro. La bravissima Emma (questo è il suo blog sul knitting, di cui è la mia guru, ma è anche una stilista: emmafassioknitting.blogspot.it) mi ha realizzato due esemplari di un modello creato da lei di un pantalone ampio, con una bella vestibilità, ad un costo molto più abbordabile di un qualsiasi pantalone Benetton, Stefanel o simili.
Ho appena ricevuto il mio acquisto su Etsy.com una borsa portalavoro e un kit per i ferri circolari cuciti a mano con tessuti vintage. Sono stupendi!!!
Un amico del Cowboy realizza dei simpaticissimi strumenti musicali (chitarre e simili) con vecchie scatole di latta che trova nei mercatini. Ora si è anche formato un gruppo di musicisti che suonano on the road con i suoi strumenti, e radunano sempre capannelli di gente!
Tra le mie conoscenze c'è un'amica che fa delle perle di vetro stupende, degne di un lavoratorio di Murano, un'altra che fa dei complementi di arredo tessili molto raffinati http://elenapiccinin.blogspot.it/ e una che realizza una linea di abbigliamento e accesori street con materiali di recupero.
C'è fermento, la gente ha voglia di esprimersi, o ha la necessità pratica di inventarsi un lavoro autogestito e usa il suo talento.
E poi che bella la sensazione sapere di che tutti questi oggetti hanno richiesto tempo, progettualità, originalità.
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